Old Boy

Film del 2003 diretto da Park Chan-wook.
Tratto dal manga omonimo di Nobuaki Minegishi e Garon Tsuchiya, è il secondo film della cosiddetta "trilogia della vendetta".
Trama: "Oh Dae-su è un uomo qualunque, di 30 anni, sposato e con una figlia. Un giorno del 1988 viene rapito del tutto inaspettatamente, senza saperne il motivo.
Viene rinchiuso in una piccola e squallida cella, dalla quale è impossibile fuggire. Dae-su distrutto fisicamente e soprattutto, solo e abbandonato, tenta il suicidio più volte e architetta un piano per scappare, il quale gli richiederà una preparazione lunga ed estenuante. Passa il tempo, quindici lunghi anni, e Dae-su non riesce minimamente a capire chi possa essere ad odiarlo a tal punto da tenerlo prigioniero senza una ragione plausibile.
Ma un giorno, inaspettatamente, viene liberato sul tetto del palazzo costruito nel luogo dove era stato rapito. Da quel momento in poi, la sua vita verrà consacrata unicamente alla ricerca di chi gli ha fatto tutto quel male e della ragione per la quale era stato rinchiuso: desidera vendicare se stesso per le atroci sofferenze infertegli (l'omicidio della moglie a lui attribuito, il rapimento della figlia e la sua successiva sparizione). Ma ben presto quella che apparentemente era la libertà si rivela essere soltanto, usando un'espressione di Dae-su, "una prigione più grande". Infatti il suo carceriere, Woo Jin, continua ad osservarlo ossessivamente e a guidare i suoi passi come se Dae-su fosse una marionetta nelle sue mani (per farlo usa mezzi come l'ipnosi). Woo Jin vuole che Dae-su scopra il motivo della sua prigionia e gli dà 5 giorni di tempo per risolvere l'enigma. Anche questo però non è concepito come una liberazione da parte di Dae-su, che vive la ricerca con sofferenza e affanno. Infatti la detenzione per 15 anni era solo l'inizio della vendetta di Woo Jin, che si attua nei 5 giorni successivi alla liberazione.
In questo arco di tempo Dae-su verrà a conoscenza di terribili verità e colpe da lui commesse inconsapevolmente che non avrà mai modo di espiare."
*da Wikipedia
Davvero difficile riuscire a clasificare questo film.
Il tema principale, ovviamnete, è la vendetta.
Quetsa però ci appare in diverse forme e sfumature.
La classica, che và servita fredda ed è quindi paziente, calcolatrice, non lascia nulla al caso e non concede sconti.
E la vendetta che ribolle nel sangue, impaziente ed aggressiva che desidera solo una cosa, sangue.
Entrambe sono nutrite dall'odio per un torto subito.
Passato e presente si rincorrono, si incontrano e si scontrano in un vortice emotivo poichè è nel passato che bisogna discendere per comprendere il presente.
E la terribile verità ne porta un'altra altrettanto terribile per la legge del contrappasso.
Lieto fine?
La vendetta non lo concede, l'unica possibilità di felicità è tramite l'oblio.
Vincitore del Grand Prix Speciale della Giuria al Festival di Cannes 2004, è stato definito daTarantino come «il film che avrei voluto fare».
In questo film la tecnica cinematografica accompagna magistralmente l'ottima sceneggiatura.
La violenza non è mai gratuita, ma segue molto bene le intenzioni e gli scopi.
I protagonisti sono caratterizzati perfettamente sia nell'ambito estetico che psicologico.
Le associazioni oniriche e i gesti grotteschi (come la visione delle formiche, il tentativo di mangiare un polpo vivo e il ghigno/sorriso a specchio del dipinto) ci affascinano ed aiutano nella comprensione e i tocchi di humor nero e stratagemmi alla "Assassini nati" (come la linea di puntamento tra il martello e la testa o la strage in pianosequenza) ci fanno affezzionare.

3 commenti:

Elena ha detto...

L'ho visto qualche anno fa e non ricordo bene i particolari, ma mi piacque molto nonostante per certi versi l'abbia trovato decisamente disturbante. All'interno della trilogia della vendetta di Park Chan-wook è sicuramente il mio preferito.

Mirage ha detto...

Credo che il disturbo maggiore derivi dal motivo e dalla risoluzione della vendetta.
Un tabù profondamente radicato in noi occidentali.

Elena ha detto...

Esatto, mi riferivo proprio a quello, non ho scritto esplicitamente di cosa si tratta per non rovinare la visione a chi passa di qui e non ha visto il film. Per il resto, la violenza la digerisco abbastanza bene.


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